
Ennesima delusione....Ennesima batosta!!!
Il popolo bianconero è furioso di continuare a subire tali umiliazioni...frutto di prestazioni sconfortanti sotto ogni punto di vista.
Sabato notte un incontro a Caselle tra società e squadra E la curva blocca il pullman: "Vietato fallire nel derby" Una ventina di ultrà. Hanno aspettato la Juve all’aeroporto di Caselle, sabato notte, dopo la trasferta di Napoli. Alla nuova sconfitta non è seguita una contestazione rumorosa, ma un avvertimento: «Così non si può andare avanti». Sono quasi le due e mezza del mattino, i tifosi parlano a una delegazione di squadra e società che ha accettato il confronto ed è uscita dall'ingresso principale dello scalo, dopo essere scesa dal pullman. Un gesto che la curva ha prima preteso e poi apprezzato, i toni sono civili, senza insulti o lanci di pomodori.
Ma arriva una richiesta precisa, un ordine, in cambio di un supplemento di pazienza: «Sappiamo che non è il momento di abbandonarvi, staremo dalla vostra parte anche contro il Real Madrid e nel derby, ma ci aspettiamo una reazione. Altrimenti l'atteggiamento cambierà». Ergo: fiducia a tempo. Fino a sabato, alla sfida con il Toro, da non sbagliare per nessun motivo. In caso di nuovi passi falsi, la protesta assumerà toni più decisi: «Siamo la Juve, non possiamo perdere con Palermo e Napoli».
Ci sono l'ad Blanc, il ds Secco e il team manager Pessotto. Arriva pure Buffon, che nonostante i guai muscolari e i due mesi di stop ha seguito i compagni in trasferta a proprie spese ed è rientrato a Torino sul charter della società. Qualcun altro della vecchia guardia, come Nedved, è più defilato. In silenzio ascoltano Ranieri affrontare i tifosi.
Il tecnico non è l'unico imputato, nel mirino ci sono campagna acquisti («Sappiamo che i giocatori non li ha comprati lei»), condizione fisica, atteggiamento in campo e anche il caro-biglietti per il match di domani con il Real in Champions. Il peggior avvio degli ultimi 30 anni ha lasciato il segno. Era dal 1980-81 (una vittoria, quattro pareggi, due sconfitte) che dopo 7 turni il bilancio non segnava così rosso. Alla fine arrivò lo scudetto, in volata sulla Roma di Turone, ma la consolazione serve a poco.
Così Blanc promette una reazione, mentre l'allenatore si appella anche ai tanti infortuni, una serie infinita, che ne hanno falcidiato l'organico. «Quando piove, diluvia - aveva detto al San Paolo - non ce ne va bene una». Più o meno il concetto ripetuto alla curva. Che ascolta e se ne va, avvisaglia pacifica di un mal di pancia pronto a esplodere. Per dirla alla Totò: «È ora di fare la Juve».
(La Stampa)
Ma arriva una richiesta precisa, un ordine, in cambio di un supplemento di pazienza: «Sappiamo che non è il momento di abbandonarvi, staremo dalla vostra parte anche contro il Real Madrid e nel derby, ma ci aspettiamo una reazione. Altrimenti l'atteggiamento cambierà». Ergo: fiducia a tempo. Fino a sabato, alla sfida con il Toro, da non sbagliare per nessun motivo. In caso di nuovi passi falsi, la protesta assumerà toni più decisi: «Siamo la Juve, non possiamo perdere con Palermo e Napoli».
Ci sono l'ad Blanc, il ds Secco e il team manager Pessotto. Arriva pure Buffon, che nonostante i guai muscolari e i due mesi di stop ha seguito i compagni in trasferta a proprie spese ed è rientrato a Torino sul charter della società. Qualcun altro della vecchia guardia, come Nedved, è più defilato. In silenzio ascoltano Ranieri affrontare i tifosi.
Il tecnico non è l'unico imputato, nel mirino ci sono campagna acquisti («Sappiamo che i giocatori non li ha comprati lei»), condizione fisica, atteggiamento in campo e anche il caro-biglietti per il match di domani con il Real in Champions. Il peggior avvio degli ultimi 30 anni ha lasciato il segno. Era dal 1980-81 (una vittoria, quattro pareggi, due sconfitte) che dopo 7 turni il bilancio non segnava così rosso. Alla fine arrivò lo scudetto, in volata sulla Roma di Turone, ma la consolazione serve a poco.
Così Blanc promette una reazione, mentre l'allenatore si appella anche ai tanti infortuni, una serie infinita, che ne hanno falcidiato l'organico. «Quando piove, diluvia - aveva detto al San Paolo - non ce ne va bene una». Più o meno il concetto ripetuto alla curva. Che ascolta e se ne va, avvisaglia pacifica di un mal di pancia pronto a esplodere. Per dirla alla Totò: «È ora di fare la Juve».
(La Stampa)
A tal proposito, vi invito a fornire la vostra opinione rispondendo al nuovo sondaggio in fondo alla pagina: "Di chi è la colpa principale di tale momento NO della Juventus?"
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